Camera Iperbarica

Cos’è?

La Camera Iperbarica è un ambiente pressurizzabile con aria e/o miscela tale da aumentare la pressione interna in modo controllabile, di spessore tale da sopportare pressioni superiori a quelle di esercizio e adibita ad alloggiare persone, può essere fissa e mobile, monoposto e pluriposto.

La Camera Iperbarica risponde alla definizione dei dispositivi di tipo II B ed inquadrata nella direttiva CEE del 14.06.1993 relative ai presidi medici.

Le camere Iperbariche possono essere classificate, in base al loro utilizzo, in:

  • Camere Iperbariche Sanitarie: sono quelle collocate in tutte le strutture sanitarie sia pubbliche che private;
  • Camere Iperbariche Lavorative: sono quelle collocate in posti di lavoro e utilizzate solo in emergenza e urgenza quali i cantieri subacquei sia in shore che off shore oppure nei cantieri edili quali le costruzioni di gallerie (autostradali, metropolitane, tunnel sotterranei marini, etc) con l’ausilio di macchine scava tunnel utilizzando ambienti in pressione.

La Camera Iperbarica deve essere di dimensione tale da consentire la permanenza di un paziente barellato con possibilità di assistenza da parte del personale sanitario idoneo e deve essere dotata di un ambiente riservato all’accesso rapido del personale.

Durante il trattamento all’interno della camera, una volta raggiunta la quota prefissata per la specifica terapia, il paziente respirerà ossigeno puro (o una miscela gassosa iperossigenata) in un circuito chiuso, ricorrendo a un dispositivo personalizzato al caso (maschera orofacciale, casco, mount o ventilazione meccanica).

L’INAIL definisce per lavoratori esposti ad atmosfere iperbariche, tutti i lavoratori che effettuano la loro attività in condizioni iperbariche, cioè in ambienti in cui la pressione è del 10% superiore alla pressione a livello del mare.

Il fattore specifico di rischio da esposizione ad atmosfere iperbariche è introdotto dal Decreto Legislativo 81/08. Tale aspetto viene inserito tra i fattori di rischio fisici nel Titolo VIII:

Articolo 180 – Definizioni e campo di applicazione

Ai fini del presente Decreto Legislativo per agenti fisici si intendono il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioni ottiche, di origine artificiale, il microclima e le atmosfere iperbariche che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

La Terapia Iperbarica effettuata presso strutture sanitarie pubbliche e/o privati sono disciplinate da:

  • Linee guida ISPELS del 1998 concernenti l’uso delle camere iperbariche in ambiente clinico: Gestione in sicurezza delle Camere Iperbariche Multiposto in ambiente clinico
  • Norma Europea prEN 14931del gennaio 2006 che regola gli standard per la terapia iperbarica Sanitaria in Europa e recepita dall’Italia:

Pressure vessels for human occupancy (PVHO) – Multi-place pressure chamber systems for hyperbaric therapy – Performance, safety requirements and testing .

Per il lavoro Iperbarico a secco e in acqua abbiamo:

  • Il DPR 321 del 1956 “Prevenzione degli infortuni e l’igiene del lavoro nei cassoni ad aria compressa “
  • NORMA UNI EN 12110 SETTEMBRE 2014 Macchine per scavo meccanizzato di gallerie zone in pressione: La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, della norma europea EN 12110 (edizione maggio 2014), che assume così lo status di norma nazionale italiana.
  • Norma UNI 11366: Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell’industria Procedure operative: La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, della norma europea UNI 11366 Maggio 2010.
  • DECRETO MINISTERIALE 13 gennaio 1979 (in Gazzetta Ufficiale, 16 febbraio, n. 47). Istituzione della categoria dei sommozzatori in servizio locale
  • DECRETO MINISTERIALE 2 febbraio 1982, Modificazioni al decreto ministeriale 13 gennaio 1979 istitutivo della categoria dei sommozzatori in servizio locale.
  • DECRETO MINISTERIALE 20 ottobre 1986 (in G U, 2 dicembre, n° 280). Disciplina della pesca subacquea professionale.
  • LEGGE REGIONALE DELLA REGIONE TOSCANA n°54 DEL 30 luglio 1997, Disciplina della professione di guida ambientale.
  • LEGGE REGIONALE DELLA REGIONE SARDEGNA n°26 febbraio 1999

n° 9, Norme per la disciplina dell’attività degli operatori del turismo subacqueo.

  • LEGGE REGIONALE DELLA REGIONE LIGURIA n°4 luglio 2001 n. 19, Norme per la disciplina dell’attività degli operatori del turismo subacqueo.
  • Buone Prassi per lo svolgimento in sicurezza delle Attività Subacque:

Approvate dalla Commissione Consultiva permanente ex Art. 6 INAIL-ASPRA-ARPA (2013)

Quando?

OSSIGENO IPERBARICO:
Il ricorso ad OTI è da riservare alle indicazioni riconosciute dalle Linee Guida* e dalla Medicina Basata sulle Evidenze (l’EBM degli AA.) ed è da effettuarsi solo nel pieno rispetto delle norme di sicurezza vigenti per i contenitori a pressione, come di fatto è la camera iperbarica.

Quando erogata in sicurezza e per indicazioni riconosciute, e a patto di effettuare durante la visita di accesso/idoneità al trattamento una attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio di tale procedura, l’OTI si rivela essere solitamente ben tollerata e scevra di complicanze, anche nei pazienti critici.

Il medico iperbarico valuterà la fattibilità del trattamento con OTI sulla base del rapporto tra il “numero di sedute da effettuare” ed il “rischio relativo” del singolo caso.

RAZIONALE DELL’OSSIGENO IPERBARICO

L’ efficacia del trattamento iperbarico dipende essenzialmente da due fattori:

  • Aumento della pressione barometrica
  • Aumento della pressione parziale dell’O2

L’Ossigeno disciolto è utilizzato in tre circostanze:

  • Nel difetto circolatorio di origine (di trasporto) sostituendosi al trasporto dell’Ossigeno per mezzo dell’emoglobina, quando è in difetto per mancanza (anemia) o per incapacità funzionale (intossicazione da monossido di carbonio)
  • Difetto circolatorio di origine “ischemico” ripristinando la diffusione dell’Ossigeno dai capillari alle cellule quando è ostacolata o diminuita la perfusione ematica (ischemia)
  • Deficit circolatorio di origine “edematosa” per ispessimento dei mezzi di transito (edema di qualunque natura, membrane piogene, cerebrale, midollare e tessutale)

Tale meccanismo determina l’aumento della pressione parziale dell’ossigeno (PO2) che si esplica con diverse modalità:

  • Apporta maggiore disponibilità di ossigeno in periferia
  • Nutre le zone carenti di ossigeno (ipossia) e determina la ripresa di funzioni dipendenti da precisi “range” terapeutici
  • Effetto Farmacologico dell’Ossigeno:
    – sulle cellule ed i loro componenti
    – su alcuni germi patogeni

In particolare l’azione farmacologica dell’ossigeno determina:

  • Attività sui processi riparativi
  • Azione di stimolazione osteogenico
  • Attività battericida e/o batteriostatica
  • Azione sul circolo arterioso e venoso
  • Ripristino del substrato biochimico prima insufficiente
  • Rianimazione tessutale
  • Tossicità

FISIOLOGIA DELL’OSSIGENO

Il meccanismo di azione dell’ossigeno iperbarico deriva dall’applicazione di leggi fisiche dei gas (legge di Boille-Mariotte, Henry, Dalton) che ne regolano l’assorbimento e la diffusione tessutale e dai principi di fisiologia dell’Ossigeno fino alla sua applicazione nel campo della farmacologia.

La somministrazione di Ossigeno, infatti, si basa sul principio della solubilità di un gas sciolto in un fluido; il gas nel nostro caso è rappresentato dall’O2 ed il fluido è il sangue.

La legge di Henry afferma che la quantità di un gas che si discioglie in un liquido è direttamente proporzionale alla pressione che il gas esercita sulla superficie del liquido e dal suo coefficiente di solubilità.

Un soggetto, all’attuale pressione ambiente (760 mmHg o 1 ATA) respira aria formata da O2 al 21% e N2 al 79%.

TRASPORTO DELL’OSSIGENO NEL SANGUE A PRESSIONE ATMOSFERICA ED IN IPERBARISMO (RESPIRAZIONE DI ARIA E OSSIGENO AL 100% – VEDI TAB.)

In condizioni normali e alla pressione normobarica, l’ossigeno è trasportato dai globuli rossi legato all’emoglobina (Hb) per il 97%. E’ noto dalla fisiologia che un grammo di Hb trasporta 1.34 ml di O2 per 100 cc di sangue e che la quantità di Hb trasportata in 100 cc di sangue è di 15 grammi. Si può affermare, quindi, che la quantità di O2 trasportato dai Globuli Rossi è di 19.7 ml per 100 cc di sangue, mentre la quantità di O2 fisicamente disciolto nel plasma è di 0.32 ml. per 100 cc di sangue (Vedi Tab.).

In condizioni normobariche la respirazione di ossigeno al 100% (FiO2=1) determina variazioni minime dell’ossigeno legato all’emoglobina che passa da valori di 19.7 a 20.1 ml per 100 cc di sangue, mentre la quota di O2 disciolta nel plasma passa da 0.32 a 2.09 ml per 100 cc di sangue (Tab. 1)

In condizioni Iperbariche, alla pressione di 2.0-2.8 ATA, la respirazione di ossigeno al 100% (FiO2 =1) determina un aumento delle pressioni parziali dell’ ossigeno fino ad arrivare a valori di 1560-2280 mmHg.

L’O2 legato all’emoglobina in condizioni iperbariche, per la legge di Henry, non subisce variazioni, mentre la quota libera nel plasma ha un notevole incremento passando da 0.32 ml. per 100 cc. di sangue a 6ml.per 100 cc di sangue (Vedi Tab.)

Tale quantità di ossigeno è sufficiente a soddisfare le richieste metaboliche cellulari determinandone una “rianimazione tessutale” indipendentemente dal contenuto di ossigeno legato all’emoglobina. E’ questo il meccanismo principale sul quale agisce l’ossigeno iperbarico. L’Ossigenazione tessutale è pertanto mantenuta anche in condizioni di alterato trasporto dell’O2 legato all’Emoglobina.

Radiografia del torace in due proiezioni

Spirometria

E.C.G. basale

Audio-Impedenzometria

Accertamenti ulteriori da definire in base alla patologia

*Studi Israeliani, ancora in corso, hanno messo in evidenza indicazioni all’OTI nelle Fibromialgie.

In Italia, alcuni Centri Iperbarici si sono attivati per effettuare la terapia nelle Fibromialgie per verificarne l’efficacia. La terapia è considerata, al momento, Off Label e i risultati ottenuti ci incoraggiano a trattare i pazienti con le Fibromialgie con l’OTI.

approfondimento e dettagli

INDICAZIONI ALL’OSSIGENOTERAPIA IPERBARICA

Le indicazioni cliniche dell’ossigenoterapia  iperbarica si basano sull’analisi della letteratura scientifica ed in particolare su quanto emerso nei documenti della SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva), e dalla SIMSI (Società di medicina ed Iperbarica)

Il Comitato Europeo per la Terapia Iperbarica è impegnato, insieme alle Società Scientifiche nazionali, a migliorare le conoscenze, le qualità e gli scambi culturali; inoltre, a promuovere idee e programmi di ricerca e armonizzare indicazioni e protocolli operativi.

La visita di accesso/idoneità al trattamento richiede una attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio di tale procedura. Il medico iperbarico valuterà la fattibilità o meno del trattamento con OTI sulla base del rapporto tra il “numero di sedute da effettuare” ed il “rischio relativo” del singolo caso.

Patologie Acute

  1. Patologia da Decompressione (EGA, MDD)
  2. Infezioni Necrosanti Progressive (Miositi da anaerobi, fascite necrotizzante, infezioni necrotizzanti dermo-epidermiche, gangrena diabetica)
  3. Intossicazione da monossido di carbonio
  4. Lesioni da schiacciamento/traumatiche e fratture a rischio
  5. Innesti cutanei e lembi a rischio
  6. Ipoacusia improvvisa

Patologie Croniche

    1. Osteomielite cronica refrattaria
    2. Ulcere cutanee croniche
    3. Lesioni tissutali post-attiniche
    4. Piede diabetico
    5. Osteonecrosi asettica

ALTRE INDICAZIONI

ALTRE INDICAZIONI AD OTI CON MAGGIOR EVIDENZA DA DEFINIRE

  1. Parodontopatia
  2. Sindrome algodistrofica
  3. Retinite Pigmentosa – Ischemia arteria centrale della retina
  4. Malattia di Ménière
  5. Osteonecrosi della Mandibola da Bifosfonati
  6. Fibromialgia* (Non inclusa, attualmente, nelle linee guida della SIMSI)
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